Chi è lo Psicologo Alimentare?

Quando si parla di comportamento alimentare si fa riferimento ad una serie di atti connessi all’acquisizione e incorporazione di sostanze (nutrienti) essenziali per la sopravvivenza ed il benessere dell’individuo.
Spesso, si confonde il termine nutrizione con quello di alimentazione. In realtà, sono due aspetti della stessa medaglia. Con il primo termine facciamo riferimento alle sostanze che entrano nel nostro corpo (nutrienti) attraverso il cibo (alimenti). Con il secondo termine si intende qualche cosa di più complesso e articolato e che prevede diversità comportamentali tra individuo e individuo.
Il primo ambito è esclusivo di professioni mediche o della dietetica (dietologo, dietista, nutrizionista biologo, ecc); il secondo ambito è di pertinenza della psicologia. 
Gli psicologi del comportamento alimentare sono delle figure professionali specializzate nei meccanismi psicologici che influenzano il modo di alimentarsi.
L’obiettivo di ogni intervento è il benessere dell’individuo, il quale viene raggiunto mediante l’ausilio di diverse tecniche specifiche relative al rapporto con il cibo e l’alimentazione: dalla valutazione testologica e diagnostica al sostegno psicologico individuale e di gruppo e al Coaching Alimentare. Ci si muove in un’area di “benessere” e non di patologia (area a cui di solito viene associato lo psicologo).

Quali attività può svolgere lo psicologo alimentare?


1- Check-up psicologico individuale e di coppia

Il Check-up psicologico fornisce una descrizione approfondita della personalità. La descrizione complessiva della personalità e la ricognizione dello stato psicologico consentono di focalizzare i punti di forza e di vulnerabilità della persona in un’ottica tesa ad ottimizzare le risorse di ognuno.

2- Psicodiagnosi
Servizio di prevenzione per una diagnosi precoce dei disturbi alimentari (DCA). 

3- Coaching alimentare 
Il Coaching è un metodo di sviluppo delle potenzialità personali fondato sul presupposto dell’unicità dell’individuo e finalizzato al cambiamento, al miglioramento dello stile di vita e all’autorealizzazione individuale, per come la percepisce, crea e costruisce il paziente, attraverso un processo di continua maturazione e consapevolezza.
È un metodo che mira al cambiamento delle condizioni di vita della persona, puntando a moltiplicare le possibilità di scelta che l’individuo ha davanti a sé, nella direzione di un’espansione della conoscenza di sé, di una riscoperta e valorizzazione delle proprie risorse, che diventano gli strumenti su cui imparare a far leva per raggiungere i propri obiettivi.


4- Istituzione di gruppi di auto-aiuto guidati
I gruppi di auto-aiuto sono dei piccoli gruppi di persone che condividono la stessa situazione di vita o le stesse difficoltà. Spesso, il gruppo, se non opportunamente guidato, potrebbe cadere in spirali di scoraggiamento e di stallo. Per tale motivo, i gruppi sono guidati da uno psicologo che favorisce l’avanzamento del percorso verso il benessere di ogni membro. Conoscere persone che hanno attraversato o stanno attraversando le stesse difficoltà, fa sentire meno soli e aiuta a capire i propri sentimenti e le proprie reazioni. La forza del gruppo favorisce l’emergere di nuovi modi per affrontare e gestire vecchi problemi regalando speranza e ottimismo ai membri che ne fanno parte. Una delle funzioni dei gruppi di auto-aiuto è proprio quella di "insegnare" ai membri strategie per sostenere lo stress, per affrontare nel miglior modo possibile le cause e le emozioni correlate. 
               
5- Servizio di monitoraggio dell’alimentazione, dell’attività fisica e del peso
Il “diario alimentare” è pensato affinché ogni persona possa monitorare giornalmente il suo stile alimentare e il suo stile di vita, dando così la possibilità di riflettere sulla sensazione di fame e sazietà alla fine di ogni pasto. Capita spesso, infatti, che si continui a mangiare nonostante non si abbia più fame: per abitudine, per finire quello che rimane nel piatto, per semplice gola, o magari per non offendere chi ci ha invitati ad un pranzo. Il diario alimentare offre una riflessione sul perché mangiamo in determinati momenti. Indagini recenti dimostrano che il monitoraggio del peso con l’ausilio di un diario aiuta e contribuisce alla buona riuscita della dieta. Dalla lettura del diario si potrà comprendere qual è la relazione tra la scelta di alimenti e lo stato d’animo e prendere consapevolezza della quantità e della qualità degli alimenti assunti. 

Scienza del comportamento alimentare

La psicologia nel settore alimentare

L’intervento della psicologia nel settore alimentare è previsto, possibile e auspicabile perché: 
  1. La psicologia è la scienza che studia il comportamento;
  2. Perché il comportamento alimentare è un comportamento;
  3. Perché come ogni comportamento è influenzato da fattori genetici ma anche e soprattutto sociali, familiari, ambientali e di personalità;
  4. Perché i significati che l’individuo dà al cibo sono unici, individuali e pertanto non possono essere affrontati con uno schema rigido come la dieta pretende di fare;
  5. Perché le persone con problemi di gestione del peso sanno cosa “devono” o “non devono mangiare” ma non riescono ad attuare un regime alimentare corretto;
  6. Perché l’alimentazione è condizionata da fattori emotivi;
  7. Perché gli psicologi lavorano sull’individuo nella sua unicità;
  8. Perché gli psicologi lavorano sul conflitto, sulla motivazione e sull’autostima;
  9. Perché gli psicologi sanno che dietro ogni comportamento esistono una serie di fattori (pensieri, emozioni, idee, ecc) sui quali si deve intervenire per attuare un intervento correttivo.

Esempio di intervento in psicologia alimentare


Ogni persona è unica e pertanto ogni intervento sarà unico.

  1. In una prima fase, si procede con un check-up del proprio rapporto con il cibo, attraverso il quale è possibile rendersi conto di alcune abitudini emotive, di pensiero e di comportamento su cui porre maggiore attenzione per un rapporto con il cibo più sereno.

  2. In una seconda fase, si fisseranno degli obiettivi e si strutturerà una strategia efficace per raggiungerli.

  3. Si continuerà con il monitoraggio del proprio modo di alimentarsi, delle emozioni connesse e dell’attività fisica svolta durante il giorno, attraverso lo strumento oramai dichiarato tra i più efficaci per la perdita di peso: “il diario alimentare”. Questo permetterà prima di tutto di prendere consapevolezza di alcune abitudini automatiche a cui di solito non viene prestata attenzione.

  4. L’ultima fase prevede il mantenimento del peso. In questa fase, si consolideranno gli obiettivi raggiunti e le strategie ormai apprese per essere finalmente autonomi nella gestione del proprio benessere.


L’obiettivo


L’obiettivo finale del percorso è rendere la persona completamente autonoma nella gestione del proprio benessere. Questa è una differenza sostanziale rispetto al modello della sola dieta dimagrante, dove spesso le persone dimagriscono molto in fretta, ma se non si modificano le abitudini alimentari e le emozioni sottostanti a tali comportamenti, si rischia di riprendere il peso perduto altrettanto velocemente. Si crea in questo modo un circolo vizioso di “dipendenza” dalla dieta e si rischia la cosiddetta “sindrome dello yo-yo” in cui il successo alimenta l’insuccesso attivando una sequenza disfunzionale: 

  • si riesce a stare a dieta e perdere chili;
  • si rimane in equilibrio per un po’;
  • poi, inesorabilmente, si perde il controllo e si ingrassa di nuovo.

Il tutto, in un ciclico ripetersi nel tempo, sempre in equilibrio precario.

APPUNTAMENTI DAL
LUNEDÌ AL SABATO
Per prenotare compila il form o contattami

Torna su